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30 Settembre 2022 | Approfondimenti
Moda e salute: l’impatto dei tessuti sul nostro benessere

Che cos’è il benessere e come può essere influenzato dall’abito che indossiamo?
Il benessere può essere definito come il raggiungimento di un pieno equilibrio fisico, psicologico ed emotivo.
La pelle è il mezzo attraverso il quale entriamo in contatto con il mondo. Gioca un ruolo essenziale nella nostra regolazione termica, ormonale ed emotiva, che insieme concorrono nel farci sentire a nostro agio con noi stessi e in relazione con gli altri. Pensiamo ad esempio a quanto disagio ci possa creare ritrovarci zuppi dopo un acquazzone imprevisto o sudati durante una giornata particolarmente afosa.
Questo perché la pelle è l’organo più esteso che abbiamo, oltre che uno dei primi a svilupparsi durante la vita fetale. La pelle presenta, nello strato profondo, moltissimi recettori di vario tipo, capaci di cogliere con grande precisione tutti i segnali che arrivano dall’esterno: variazioni di temperatura e di pressione, sensazioni di dolore e di piacere, vibrazioni e così via. Il nostro cervello riceve ed elabora tutti questi segnali conferendo loro un senso compiuto, che percepiamo a livello cosciente come malessere o benessere.
La pelle presenta anche una serie di piccoli pori che rendono possibile lo scambio di sostanze fra l’interno e l’esterno del nostro corpo: è grazie a questi “fori invisibili” che possiamo assorbire le sostanze nutritive contenute in una crema o eliminare liquidi per abbassare la temperatura corporea. Allo stesso modo, attraverso questi pori possono entrare una serie di sostanze tossiche contenute ad esempio nei coloranti artificiali o nelle fibre sintetiche degli abiti che indossiamo, con possibili ripercussioni sulla nostra salute.
Ecco perché è fondamentale prestare attenzione alla composizione e alla qualità degli abiti che indossiamo e non solo all’aspetto meramente estetico o economico.

Perché i tessuti sintetici fanno male alla pelle?
I tessuti sintetici sono resistenti ed economici. Ecco perché l’industria della moda ne fa larghissimo uso, mettendo in secondo piano l’impatto che possono avere sulla nostra salute.
Patologie della pelle come allergie e dermatiti sono sempre più diffuse, proprio perché quotidianamente entriamo in contatto attraverso la cute con tantissime sostanze nocive verso le quali nel tempo sviluppiamo reazioni di sensibilizzazione. Se pensiamo a quante ore uno stesso abito rimane in contatto diretto con la nostra pelle nel corso del giorno e della notte, comprenderemo quanto la sua composizione possa influire sul nostro stato di benessere.
Le fibre sintetiche, come acrilico, poliammide, poliestere, polipropilene ed elastan, vengono prodotte a partire dal petrolio e possono contenere al proprio interno metalli pesanti. La loro composizione le rende poco traspiranti e quindi un ostacolo alla fisiologica dispersione di calore, fondamentale soprattutto nel periodo estivo per evitare l’insorgenza di condizioni di stress e disequilibrio.
Per di più, i tessuti sintetici vengono colorati esclusivamente con tinture artificiali (in quanto non sono in grado di assorbire i pigmenti naturali), che hanno il vantaggio di essere facilmente reperibili sul mercato e di garantire tonalità vivaci e durevoli nel tempo. Tuttavia, i coloranti artificiali, tanto performanti all’apparenza, sono realizzati a partire da sostanze chimiche dannose per il nostro corpo e altamente inquinanti per l’ambiente.

Che caratteristiche deve avere un tessuto per “far bene” al nostro corpo?
Un tessuto “fa bene” se è capace di generare benessere non soltanto mentre lo indossiamo, ma in tutta la sua filiera produttiva, cioè se coniuga etica e qualità sensoriali. Questa condizione si verifica solo se è realizzato a partire da materie prime naturali di elevata qualità e nel rispetto dell’ambiente e delle persone.
Per scegliere il tessuto di un abito dovremmo sempre verificare che presenti determinate caratteristiche:
- sia ecososenibile, cioè prodotto senza il rilascio di rifiuti inquinanti e senza lo sfruttamento di persone;
- sia traspirante e assorbente, ovvero capace di mantenere costante la temperatura corporea nelle diverse condizioni ambientali e di assorbire l’umidità prodotta con la sudorazione;
- sia anallergico e non irritante, ossia indicato anche per le pelli più sensibili e reattive;
- sia protettivo verso i raggi UV;
- abbia proprietà antibatteriche e lenitive.
I tessuti naturali, come il SeaCell, sono gli unici a rispondere pienamente a queste caratteristiche.
Il tessuto Tabinotabi, ad esempio, è naturale al 100%. È realizzato a partire dalle alghe grazie alla tecnologia certificata SeaCell, che consente una produzione completamente ecosostenibile, che si attua senza depauperamento delle materie prime o dispersione nell’ambiente di scarti dannosi.
L’azione antinfiammatoria, l’attivazione del microcircolo e del metabolismo cellulare della pelle sono solo alcune fra le straordinarie proprietà di questa fibra. L’alto contenuto di antiossidanti protegge la cute dall’invecchiamento cellulare, legato alla continua esposizione ai raggi UV e alla conseguente produzione di radicali liberi. Il suo utilizzo si presta anche a pelli sensibili e allergiche, favorendone l’idratazione e la termoregolazione.

L’abitudine a leggere le etichette degli abiti
Mentre per gli alimenti ci stiamo abituando sempre di più a leggere le etichette prima dell’acquisto, purtroppo nella scelta di un abito spesso la sua composizione non rientra fra i fattori determinanti.
Leggere le etichette degli abiti è semplicemente una questione di abitudine. Investire una manciata di minuti del nostro tempo per informarci su quello che stiamo acquistando ci aiuterà a scegliere in modo più consapevole.
Quando leggiamo un’etichetta dobbiamo prestare attenzione in particolare a:
- Provenienza: come primo fattore è importante verificare la provenienza del capo, perché un prodotto che ha attraversato lunghe distanze è sicuramente entrato in contatto con tantissimi elementi prima di arrivare a noi, compresi agenti chimici dannosi. Inoltre, alcuni Paesi del mondo sono noti per fondare la propria industria della moda sullo sfruttamento di persone e di risorse, con produzione di enormi quantità di sostanze inquinanti. Accorciare la filiera è quindi un valido criterio per avere maggiore conoscenza del prodotto che andiamo ad acquistare.
- Composizione: come spiegato nei paragrafi precedenti;
- eventuali certificazioni: le certificazioni non sono informazioni banali, ma delle regolamentazioni stabilite a livello nazionale e internazionale, basate su rigide norme a tutela della produzione e della commercializzazione. Sono quindi uno strumento di sicurezza, oltre che espressione dei valori a cui il brand ha scelto di aderire.
Fortunatamente, negli ultimi anni questo processo di consapevolezza è iniziato, ma per vincere questa partita è fondamentale che i brand stessi si impegnino a comunicare informazioni esaustive e trasparenti ai consumatori.

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